lunedì, settembre 25, 2006

25 settembre Baci e Abbracci

Oggi giorno di lacrime....non lacrime, proprio lacrimoni che scivolavano giù dalle guance...
Ore otto: suona la campanella ed entro in seconda.
Subito uno si affretta a dirmi che deve giustificare l'assenza del venerdì perché è andato a sciare: ....in settembre...ancora un po' prima.... ma è un agonista.
Per impegni sportivi c'è scritto... vabbè che posso dire, che comincia un po' troppo presto e che non è sufficientemente bravo per permettersi tante assenze?
Siamo alle medie... giustifico.
Poi però lo avverto che deve fare il test d'ingresso, che non ci saranno giudizi ma che mi serve per capire a che punto è la classe e che, siccome lui venerdì non c'era, deve farlo.
Gli chiedo se vuole andare in corridoio a risolvere i quesiti, dove c'e' più pace, visto che io devo spiegare.
Non ne vuole sapere , considera la proposta una punizione.
Così gli do foglio e testo, gli spiego come deve organizzare le risposte e lo lascio in pace.
Io inizio a spiegare geometria e, mentre con mezzi di sussistenza di classe mi accingo a spiegare le traslazioni, vedo che lui mi guarda, guarda quello che faccio.
Ma porca miseria, non sta quasi mai attento ed ora che deve fare il test sta a sentire quello che dico!!
Probabilmente è affascinato dai due fogli di carta bianca che vorrebbero essere dei quadrilateri e che, accompagnati dalle mie mani, si muovano nell'aria come due ali a simulare una rotazione assiale o una traslazione.
Tornono a chiedere se vuole uscire e mi risponde di no, quasi offeso.
- Ma ti distrai!! Stai più tranquillo fuori !-
-NO! - Risponde di nuovo e allora lascio perdere.
Dopo venti minuti dall'inizio consegna il foglio: nemmeno un quarto è stato svolto.
- Manca ancora tempo.-
-Non so fare -
- Ma come non sai fare???...pensa.. hai tempo ! -
-NO !! -
E allora mi incavolo :
-Sei come uno che allo sportello di partenza, tutto tirato e pronto per partire, rinuncia perché gli da fastidio il gancio dello scarpone e piuttosto che metterselo a posto rinuncia.-
Eheeeeeee ???
Oddioooooooo ecco che vedo la bocca incresparsi.
Questo è uno tosto, cosa succede?
Lo prendo per mano e lo trascino fuori dalla classe.
- Ma perché rinunci??-
- Non so NON SO FARE, a casa sapevo e qua NON SO !!-
E le lacrime rotolano e lui, il tosto, il maschietto più fico dei soli sei maschi, piange.... oddio.. dove ho sbagliato??
E di nuovo rischio..
La mia vita è un rischio, altro che i pompieri.
Mi inginocchio accanto a lui, lo abbraccio stretto e gli sussurro
- Se non fai il compito ti prendo a calci in culo -
Si divincola, ma io lo stringo ancora e la tensione cala.
Non so se è contento dell'abbraccio di questa vecchia strega, ma la tensione cala.
Le lacrime continuano ma stiamo parlando la stessa lingua.
Allora gli suggerisco un pezzo di soluzione e lo invito di nuovo ad andare in fondo al corridoio dove c'è una scrivania.
Accetta e si avvia a passo lento.
Finisce l'ora e rientra: ha il compito in mano ed un ampio sorriso che va da un' orecchia all'altra e mi dice
-FATTO!!-
-Fatto!- penso anch'io
E via.... ora andiamo in prima e vediamo che si fa.
Dovrei continuare a spiegare loro gli insiemi. In realtà i programmi della Moratti li hanno tolti dalla prima e messi in terza, ma per fortuna il libro li accenna e così possiamo lavorare un po' con la logica e i linguaggi per imparare ad usare un lessico matematico e riuscire a smettere di dire quella del più e quella del mano al posto di addizione e sottrazione.
Per casa dovevano fare degli esercizi ed ora in classe devono spiegarli usando le parole appropriate utilizzando le due, dicasi due, definizioni da studiare.
Al secondo esercizio chiamo un ragazzino e lo invito ad esporre la soluzione a voce, lui mi dice che...
- Veramente non ho capito bene la cosa -
E' napoletano, ha un anno di meno degli altri perché ha fatto la primina, ed io sono sempre stata mal disposta verso quelli che fanno la primina. Anche verso lui sono mal disposta e dal suo test d'ingresso ho già visto che non si orienta per niente in matematica: poteva stare un anno di più all' asilo ed iniziare scuola all'età giusta !!-
Così l'apostrofo
- Non non è che non hai capito è che proprio non hai studiato!! Qui non c'è niente da capire, bisogna solo saper ripetere.-
Ma mentre inizio la frase mi accorgo di essere proprio stronza perché le prime tre parole che mi escono dalla bocca ricalcano il suo accento meridionale, mi correggo immediatamente ma stronza sono!
Per fortuna lui non si è accorto.
Mi dice che si, non ha studiato.
Ma va? Vorrei dirgli io, ma mi trattengo perché mi sento sporca.
E allora cerco di farmi perdonare.
Lui non sa niente di queste mie elucubrazioni ma la mia coscienza si.
Fa caldo e lui ha la felpa tutta chiusa fino al collo ed il sole batte sul suo banco.
Prima vado vicino e tiro giù la tenda, poi gli chiedo se non ha caldo.
Tutti in classe sono sbracciati, lui no: goccioline di sudore gli imperlano la fronte. E' piccolo, un bambino minuto tutto chiuso dentro la sua felpa.
- Ma togliti questa felpa, si muore di caldo qua dentro -
Tace
-Toglitela dai...!-
-Mi vergogno-
Oddio chissà che maglietta ha addosso.
Lo guardo e lui si apre la zip.
Sotto c'è una t-shirt con scritto in grande Baci e Abbracci: è grande, molto grande per lui, sta tutta rimborsata, ma lui mi dice che si vergogna per la scritta.
E' tutto rosso e non serve a niente che io gli spieghi che è una marca super, che tutti gliela invidiano, che sicuramente sua mamma voleva facesse bella figura.
-Ma che fa - gli sussurro - mettitela alla rovescia, dai.. Vai in bagno, te le sfili e te la metti alla rovescia, è divertente... anche mia figlia faceva così quando la costringevo a mettersi delle cose che non le piacevano...-
Non è vero, sto inventando tutto per farlo sorridere ma lui invece piange disperato, singhiozza..
Oggi proprio non è la mia giornata.
Allora lo prendo per mano: ha una manina piccola che mi ricorda i tempi andati con i miei figli.
Mi segue docile e io lo trascino fuori, sempre nello stesso corridoio di prima.
Mi accoccolo per terra e sporgo una gamba in modo che lui possa sedersi sul mio ginocchio e lo tengo piangente vicino a me.
Aspetto che i singhiozzi si quietino e poi gli propongo di togliere t-shirt per girarla.
Lui mi lascia fare e sotto ne ha un'altra di t-shirt, bianca, anche questa grande, ma splendidamente ANONIMA.
-E vai...!!! -gli dico- Ecco fatto.. stai così, che ne dici?-
Tira su con il naso, ha smesso di piangere e torniamo in classe.
I compagni lo guardano e non capiscono cosa è successo.
Lui è sempre tristissimo, da far male al cuore, ma almeno non suda più e allora ritiro fuori la storia di mia figlia che se ne veniva a scuola, in questa scuola, con le maglie alla rovescia se non le piaceva quello che le facevo mettere e a chi le chiedeva come si fosse conciata rispondeva...
- Sai, sono una strega....!-
-Perché – dico io - le streghe portano tutte i vestiti alla rovescia...lo sapevate?-
Finalmente il cucciolo sorride e tutti capiscono che non hanno capito niente ma che è qualche cosa di divertente e va bene così.
Comincio a far lezione.
Il ragazzino mi guarda ed ascolta.
Ma dio del cielo... è proprio difficile non farli soffrire.
Brutta giornata oggi.
Speriamo in un domani migliore. 


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