Giorno numero 2....è il 12 settembre
15 e 20 !
Ho finito di sparecchiare or ora.. non credo proprio terrò il ritmo di una pagina al giorno.. anche perché mica c’è da dire cose tutti i giorni.
6.30 ..bip,bip,bip, bip, bipppppppppppppppppppp – uffa!!!- …solita corsa, solito bus affollato di ragazzi che vanno a scuola, compresi i miei che si tengono ..un po’ distanti, solita salita e solita discesa.
Oggi come ieri e come ogni giorno meno il sabato, mio giorno libero che tutti vogliono e che io non volevo, ma hanno trasformato la mia sezione in “tempo corto” e così non c’è scampo.
Fa caldo e anche in classe fa caldo.
I ragazzi arrivano su in quarto piano di un antico palazzo absugico grondanti, si fiondano nei banchi cercando di cambiare il posto e poi arriva la prof. che li rimette come prima, tra occhiate storte e sbuffi.
- Prof aprimo le finestre.. -
- Non si può cadono..-
- Ma come cadono -
-Cadono -
Silenzio
Allora spiego: due anni fa una finestra è piombata sul parcheggio sottostante e meno male che il parcheggiatore non c’era, se no lo faceva fuori.
E’ venuto il Sindaco col vestito nero alla Berlusca, ha guardato con attenzione tutto, ha annuito e annuito con le mani dietro la schiena e … eccoci qua. Tutto come due anni fa.. anzi tutto un po’ più vecchio.
Le finestre le possono toccare solo gli insegnati, che sono più bravi dei ragazzi, ( così poi si sa a chi dare la colpa, mi saetta in testa ) ma essendo che sono un po’ vecchiotti, gli insegnati, del medioevo in media, nessuno di loro vorrebbe toccarle perché si fa fatica e solo quando proprio si lessa le si apre.
Ma poi “ gira l’aria” e i ragazzi che sono in maniche corte hanno freddo, mentre quelli che sono incollati alla loro felpa e non la mollano che sopra i 40 gradi, stanno benino.. ma intanto tutte le pagine volano, compresi i test di ingresso, tra le risate di tutti.
E’ arrivato il vento giustiziere che ci sta liberando dalle centomila scartoffie decise dal Gruppo Programmazione.. che bello!!.
Non è che non siano bravi quelli del Gruppo Programmazione ma a me ‘sti test annoiano, sono gli stessi da 10 anni e poi nessuno li guarda , oppure li guarda e poi fa altro.
A me piacerebbe farli giocare con i numeri da subito, farli correre tra i numeri, farli provare a comporre scomporre e ricomporre un numero in modo da trovare la strada più facile per fare il “conto”, applaudire per chi arriva prima e poi accompagnarli tra le varie basi di numerazione per divertirci immaginando di andare su una pianeta lontano, in cui gli abitanti hanno solo due dita per mano e lì il quattro non esiste e tre più tre non fa sei… farli rotolare dalla cima di un triangolo e vedere se si arriva a terra prima dal cateto o dall’ipotenusa…ma non è che non farò tutte queste cose, solo che mi tocca fare i test, riempire il registro, scrivere obiettivi minimi, massimi, contenuti e….. e questo mi annoia, ma si deve fare e anche se “non capisco, obbedisco”.
Faccio per bene la mia programmazione perché occorre formalizzare il lavoro che però nella mia testa è chiarissimo e splendente, ma quando lo scrivo diventa una stupidata e pieno di parole roboanti .
Allora, ieri li ho fotografati, nel pomeriggio ho messo le loro foto in rete, in un posto non pubblico che possano vedere solo loro e le loro famiglie, perché le famiglie non hanno ancora firmato la liberatoria per l’uso delle immagini.
Oggi ognuno di loro si è attaccato sul mio Registro Personale la propria foto. Così questo benedetto Registro Personale diventa una cosa meno mia e più loro e devono imparare che se non sono d’accordo su un giudizio devo dirmelo, educatamente, ma devono dirmelo.
Poi è arrivata una mia collega e mi ha guardata scandalizzata.
- Non si poooossono usare le fotooooooooooo , e la privacy dove la mettiiiii? Attaccarle sul registro…. Ma sai che guaiiiiiiiiii!!!!. -
Oddioooooooooooo e adesso come le spiego che il registro non è un atto pubblico e che casomai si tratterebbe di uso delle immagini e non problemi della privacy…….
Rinuncio, mi scoccia avere dei nemici, poi questa è anche simpatica…
Dunque, fa caldo che più caldo non si può, e allora viene fuori la storia degli ombelichi delle femmine…
-E no!! Dico io, NO e poi NO… per strada fai quello che vuoi, anzi, se ad una piace far vedere le ossa delle sue anche io non ho niente da obiettare, ma a scuola NO.
Dovete imparare che c’è un posto per tutto.
A scuola si viene vestiti come se si andasse in Comune, a fare i Consiglieri: avete mai visto una Consigliera con l’ombelico al vento o un Consigliere con le braghe a penzoloni come alcuni maschi di alcune terze?
E allora.. suvvia….. a scuola è scuola… o no??
Su un giornale ho letto “deprivazione di luogo pubblico con regole obsolete” ….. ma dai.. !!
Bene! Sono obsoleta.
Mi guardano con un sospiro di sopportazione, ma siccome ho il registro, sono sulla pedana e provengo dal medio evo, fanno finta di accettare…
Vedremo in terza, penso.
Ma in realtà quelli di terza non sono poi così sbracati come si fabula.
Un po’ sì, mostrano le loro pancioline ed i loro sederi coperti da improponibili variopinte mutande molto spesso scure ma alle volte tristemente bianche e sporche per le ditate delle mani che, dimentichi della mutanda bianca, hanno pulito sul sedere, ma in complesso sono più che dignitosi
Fa caldo e suona la campanella della quarta ora…io ho finito per oggi…
A domani
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Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
Ho finito di sparecchiare or ora.. non credo proprio terrò il ritmo di una pagina al giorno.. anche perché mica c’è da dire cose tutti i giorni.
6.30 ..bip,bip,bip, bip, bipppppppppppppppppppp – uffa!!!- …solita corsa, solito bus affollato di ragazzi che vanno a scuola, compresi i miei che si tengono ..un po’ distanti, solita salita e solita discesa.
Oggi come ieri e come ogni giorno meno il sabato, mio giorno libero che tutti vogliono e che io non volevo, ma hanno trasformato la mia sezione in “tempo corto” e così non c’è scampo.
Fa caldo e anche in classe fa caldo.
I ragazzi arrivano su in quarto piano di un antico palazzo absugico grondanti, si fiondano nei banchi cercando di cambiare il posto e poi arriva la prof. che li rimette come prima, tra occhiate storte e sbuffi.
- Prof aprimo le finestre.. -
- Non si può cadono..-
- Ma come cadono -
-Cadono -
Silenzio
Allora spiego: due anni fa una finestra è piombata sul parcheggio sottostante e meno male che il parcheggiatore non c’era, se no lo faceva fuori.
E’ venuto il Sindaco col vestito nero alla Berlusca, ha guardato con attenzione tutto, ha annuito e annuito con le mani dietro la schiena e … eccoci qua. Tutto come due anni fa.. anzi tutto un po’ più vecchio.
Le finestre le possono toccare solo gli insegnati, che sono più bravi dei ragazzi, ( così poi si sa a chi dare la colpa, mi saetta in testa ) ma essendo che sono un po’ vecchiotti, gli insegnati, del medioevo in media, nessuno di loro vorrebbe toccarle perché si fa fatica e solo quando proprio si lessa le si apre.
Ma poi “ gira l’aria” e i ragazzi che sono in maniche corte hanno freddo, mentre quelli che sono incollati alla loro felpa e non la mollano che sopra i 40 gradi, stanno benino.. ma intanto tutte le pagine volano, compresi i test di ingresso, tra le risate di tutti.
E’ arrivato il vento giustiziere che ci sta liberando dalle centomila scartoffie decise dal Gruppo Programmazione.. che bello!!.
Non è che non siano bravi quelli del Gruppo Programmazione ma a me ‘sti test annoiano, sono gli stessi da 10 anni e poi nessuno li guarda , oppure li guarda e poi fa altro.
A me piacerebbe farli giocare con i numeri da subito, farli correre tra i numeri, farli provare a comporre scomporre e ricomporre un numero in modo da trovare la strada più facile per fare il “conto”, applaudire per chi arriva prima e poi accompagnarli tra le varie basi di numerazione per divertirci immaginando di andare su una pianeta lontano, in cui gli abitanti hanno solo due dita per mano e lì il quattro non esiste e tre più tre non fa sei… farli rotolare dalla cima di un triangolo e vedere se si arriva a terra prima dal cateto o dall’ipotenusa…ma non è che non farò tutte queste cose, solo che mi tocca fare i test, riempire il registro, scrivere obiettivi minimi, massimi, contenuti e….. e questo mi annoia, ma si deve fare e anche se “non capisco, obbedisco”.
Faccio per bene la mia programmazione perché occorre formalizzare il lavoro che però nella mia testa è chiarissimo e splendente, ma quando lo scrivo diventa una stupidata e pieno di parole roboanti .
Allora, ieri li ho fotografati, nel pomeriggio ho messo le loro foto in rete, in un posto non pubblico che possano vedere solo loro e le loro famiglie, perché le famiglie non hanno ancora firmato la liberatoria per l’uso delle immagini.
Oggi ognuno di loro si è attaccato sul mio Registro Personale la propria foto. Così questo benedetto Registro Personale diventa una cosa meno mia e più loro e devono imparare che se non sono d’accordo su un giudizio devo dirmelo, educatamente, ma devono dirmelo.
Poi è arrivata una mia collega e mi ha guardata scandalizzata.
- Non si poooossono usare le fotooooooooooo , e la privacy dove la mettiiiii? Attaccarle sul registro…. Ma sai che guaiiiiiiiiii!!!!. -
Oddioooooooooooo e adesso come le spiego che il registro non è un atto pubblico e che casomai si tratterebbe di uso delle immagini e non problemi della privacy…….
Rinuncio, mi scoccia avere dei nemici, poi questa è anche simpatica…
Dunque, fa caldo che più caldo non si può, e allora viene fuori la storia degli ombelichi delle femmine…
-E no!! Dico io, NO e poi NO… per strada fai quello che vuoi, anzi, se ad una piace far vedere le ossa delle sue anche io non ho niente da obiettare, ma a scuola NO.
Dovete imparare che c’è un posto per tutto.
A scuola si viene vestiti come se si andasse in Comune, a fare i Consiglieri: avete mai visto una Consigliera con l’ombelico al vento o un Consigliere con le braghe a penzoloni come alcuni maschi di alcune terze?
E allora.. suvvia….. a scuola è scuola… o no??
Su un giornale ho letto “deprivazione di luogo pubblico con regole obsolete” ….. ma dai.. !!
Bene! Sono obsoleta.
Mi guardano con un sospiro di sopportazione, ma siccome ho il registro, sono sulla pedana e provengo dal medio evo, fanno finta di accettare…
Vedremo in terza, penso.
Ma in realtà quelli di terza non sono poi così sbracati come si fabula.
Un po’ sì, mostrano le loro pancioline ed i loro sederi coperti da improponibili variopinte mutande molto spesso scure ma alle volte tristemente bianche e sporche per le ditate delle mani che, dimentichi della mutanda bianca, hanno pulito sul sedere, ma in complesso sono più che dignitosi
Fa caldo e suona la campanella della quarta ora…io ho finito per oggi…
A domani
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