lunedì, ottobre 02, 2006

2 ottobre, lunedì: fa sempre caldo

Fa sempre caldo, un caldo umido completamente insolito per questa regione e questo mese, in più soffia lo scirocco, vento a noi quasi sconosciuto.
Qui soffiano i venti dell’est, freschi e secchi.
I ragazzi sono tutti sudacchiati, le finestre sono spalancate e se cadono che cadano….non si respira.
Le mamme hanno l’abitudine di farli coprire bene perché in ottobre si mette la felpa e non fa niente se alle 7 di mattina ci sono 22 gradi. Così è il tempo delle sudate, peggio che a giugno.

Io faccio lezione e li guardo, spesso mi fanno proprio pena e mi faccio pena anch’io.
Oggi mi sento proprio male perché, da buona mamma, mi sono messa la canottiera….. leggera, ma sempre canottiera è! Le gocce di sudore mi corrono lungo il collo e mi rotolano giù dalle mani, sto male ed esco per cercare un bidello che mi sostituisca in classe per un po’ di minuti.
Il nulla, un desolato lunghissimo corridoio vuoto.
Nessuno all’orizzonte; le ho pensate tutte, ma non posso lasciarli soli e mi pare di soffocare.
Ecco qua. Se ti senti male e svieni in classe, solo allora hai il diritto di lasciarli soli, perché ci ha pensato madre natura a staccare la spina. Nessun bidello all’orizzonte.
In un modo o nell’altro tiro avanti e loro, di tutto questo mio star male, cercare, pensare, non devono saper niente.. Sono di prima, manca solo che gli stia male la prof in classe.
Poi il grosso del malessere, in un modo o nell’altro, passa e riprendo il ritmo, spiego come si fanno le espressioni e mentre spiego, ora che sono uscita dai fumi del mio mezzo svenimento in incognito, l’occhio vaga vigile ed attento sul suo pubblico.
Eccolo là, il solito distratto che rincorre i suoi pensieri e poi quando gli chiedi..
-RIPETI - lui ritorna in terra e annaspa.
Credo che tutti coloro che sono passati dai banchi di una qualunque scuola odino quel RIPETI!
- Ma perché non stai con noi?- chiedo
Silenzio
- Ma dai, non vedi che scherzo.. è che spesso tu voli tra le nuvole e te ne vai con i tuoi pensieri, perdi il filo e poi tutto diventa difficile-
Sorride, non so se capisce le mie battute un po’ cretine, ma insomma, sono reduce da un quasi svenimento

Continuo e ripeto tutto da capo e lui riparte per i suoi sogni
- Dove sei Stefano?….torna con noi! -
Questa volta ha capito, sorride ma non ha capito niente della mia spiegazione.
E allora ripeto per la terza volta.
Intanto in classe molti sbuffano ed iniziano a chiacchierare e lui resta male.
Non riesce proprio a restare con noi, fugge sempre nei suoi pensieri.

Allora do un esercizio.. una orrenda espressione che a loro piace tanto, per tenerli impegnati, e lo chiamo vicino per cercare di farmi capire, di fargli capire come si vive a scuola (o non si vive a scelta).

E’ alto e grosso, non grasso, è in prima ed è quasi più alto di me. Porta sempre polo firmate Fred perry, Lacost, Fiat. .ma sono sempre grandissime, due taglie di più ed odora di sudore, non puzza, assolutamente no, odora di sudore che è un’altra cosa.
Ha un sorriso leale e una faccia simpatica ma pare venuto dal passato, da 20 anni fa quando si vestiva così o dal futuro, certo che nel presente non si trova a suo agio.
Parliamo e lui mi chiama maestra e mi da del tu, io lo ascolto e lui mi ascolta: è evidente che prova piacere a ricevere la mia attenzione, poi torna a posto e suona la campanella della ricreazione.

DIECI minuti di intervallo in cui devono fare TUTTO: giocare, parlare con gli amici, correre, fare merenda, merende generalmente enormi, e devono anche fare la pipì perché poi non si esce più.
Guardo le merende allineate sul davanzale della finestra, in corridoio, dove un gruppo simula il bancone di un bar: uno ha appoggiati il suo krapfen o bombolone ripieno di crema che lascia chiazze di unto sul tovagliolo di carta con accanto la bottiglietta d’acqua, ma guai se è frizzante, non si può.. se la agiti schizza ovunque; una ha un tuppervare con dentro tanti acini di uva ed un succo di frutta, un altro un pacchetto di craker e una cioccolata gigante e una l’immancabile panino XL: pane e mortadella col formaggino dentro.

Finisce la ricreazione e le merende sono quasi tutte ancora lì, meno il panino XL la cui proprietaria semiobesa ha divorato voracemente per consolarsi della poca attenzione che le prestano i compagni.
Ora si rientra: la ragazzina semiobesa ha un po’ di sonno… per forza!!! con quel panino gigante.. ma non si può dire niente perché le mamme non vogliono che noi insegnanti ci si impicci negli affari di famiglia, salvo quando prendono insufficiente e si dice loro:
- Sa, durante le lezioni è un po’ assonnata, forse perché ha delle merende pesanti-
-Pesaantiii ????Ma profffesssoressssa…una bambina di quella età ha bisogno di crescere!!! - Magari in lungo, vorrei dirle, non in largo, ma sorrido e ascolto sperando che si ravveda da sola…
Sbagliato!!!
- Comunque, cara professoressa, se lei mi dice che non le fa bene la merenda io non le do più niente, basta che prenda la sufficienza…
Ma va!!…. Adesso si baratta il panino con il sufficiente. Generalmente in queste situazioni mi barcameno proponendo la solita via di mezzo: se sua madre non vede che è obesa io non posso farci niente.
- Faccia lei signora, lei è la madre, magari le dia dei frutti…-
All’idea dei frutti generalmente la disperazione compare sul volto della genitrice che però annuisce e generalmente ridà alla ragazzina lo stesso panino, ma con il salame.

Siamo di nuovo in classe e riprendo a spiegare un esercizio alla lavagna che poi loro dovranno rifare, uno quasi uguale, s’intende.
E il nostro Stefano che fa?
Mani appoggiate sotto il mento, gomiti appoggiati sul banco e sguardo perso nel nulla….. è di nuovo partito per il suo mondo dei sogni.
Che faccio?
Lo richiamo di nuovo? E se poi ci resta male? Spero che prima o poi torni con noi… gli do fiducia??

Aspetto.
Lui si accorge di essere finito tra le nuvole e ridiscende, ma ora non capisce più di cosa si sta parlano.
Finisco l’esercizio alla lavagna e ne do uno da svolgere al posto , gli vado vicino e faccio l’esercizio con lui rispiegando tutto da capo.

E se fossi svenuta prima?


------------------------
Copyright © La_prof. Mity 2006-2012

Licenza Creative Commons

Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.