giovedì, ottobre 05, 2006

5 ottobre :la farfalla Holsen

Finalmente il vento è cambiato, oggi fa più fresco ed è ricomparso il nostro amato vento dell’est.

Oggi in terza si interroga.
Argomento: numeri relativi ed espressioni con i numeri relativi.
Il primo che chiamo, dal posto, è quello che in prima aveva infilato lo stipite della porta perché aveva sbagliato la mira… è cresciuto, dal bimbetto pacioso lento e distratto si è trasformato in un piacevole ragazzo, sempre pacioso, sempre lento e sempre distratto.
- -3 e +3 sono due numeri con segno diverso come si chiamano? -(la risposta sarebbe discordi)
Silenzio
-Ti aiuto un po’… se hanno lo stesso segno si chiamano concordi, come si chiameranno questi che sono l’incontrario?-
Silenzio
- Coraggio, spremiti un po’ le meningi!-
- Misti??-
- No-
- Mescolati -
- Nemmeno…pensa …con la d….-
Sorriso di felicità
-Ho capito!! Discordanti –
-Accorcia.. un po’ troppo lungo –
-Haaa!!… ma certo! DISCO!-

Che si fa a questo punto??
Mi arrabbio? Penso mi prenda in giro lo mando a quel paese?
Ma lui mi guarda speranzoso di aver azzeccato la risposta esatta e mi sorride fiducioso. Mi verrebbe da dirgli- Ma sei scemo??- ed invece mi fa tenerezza e
- Ti interrogo la prossima volta, vuoi?-

Intanto la “bella” della classe si è alzata per raccogliere la cartella da disegno e mi ha mostrato, non solo il suo ombelico, ma le mutande e anche un pezzo di coscia che sta sotto le mutandine.. azzurre e con il volant. Poi si siede e si appoggia languida sul banco, un braccio teso e la testa reclinata, con i biondi capelli sparsi sul ripiano del PRIMO banco, dove sta cercando di schiacciare un pisolino.
La chiamo e le chiedo se ha fatto gli esercizi.. come al solito non ha il quaderno e nemmeno il libro, perché ha preso quello dell’anno scorso per sbaglio: uno e’ grosso e verde, l’altro è sottile ed arancio… rinuncio a capire.
Poi però le chiedo:
- Ma se non ti interessa niente e soprattutto non impari niente, cosa pensi di fare nella vita?-
Mica ha capito che è un appunto!
Solleva la bionda testa, sgrana gli occhioni azzurri e, con un sorriso estasiato per la mia attenzione, mi risponde:
- La cantante!!! Sa, mentre ero a Milano, da mio papà, lui mi ha portata da un “editore” che ha mi ha detto che ho una voce stuupeeeendaaa. A sedici anni andrò alla scuola di canto e poi farò carriera, ma mica come Fantina, no no!…molto di più!-
Rinuncio.

Nel frattanto una decina ha già risolto le sette espressioni che dovevano fare al posto e…tirano cartine. Sono una decina e sono molto bravi, perché in questa classe ci sono anche quelli molto dotati ed anche diligenti…e poi ci sono gli altri….
A questa decina se ne è aggiunto un undicesimo che dichiara di aver finito, anche lui, tutti gli esercizi.
Questo ragazzo è stato promosso l’anno scorso con l’insufficienza in matematica ma, dicevano le mie colleghe, ha una bella testa ma non si applica quindi : promosso.
Lo chiamo perché voglio vedere il quaderno.
- Hai copiato? – gli chiedo
Lui mi guarda dritto negli occhi , mi sorride ed afferma che il tutto è opera sua.
Spero che durante l’estate abbia studiato ed il miracolo si sia compiuto…io spero sempre.
Ma oltre a sperare controllo.

Lo chiamo alla lavagna.
Avanza in classe nella sua tenuta da truzzo: T-shirt manica lunga rosa con farfalla bianca marca Holsen, lunga ed infilata nei calzoni che iniziano da sotto le natiche, non da metà, da sotto! La parte del sedere è però coperta dal rosa della maglia cosicché io non possa rompere perché ci sono mutande al vento.
Cintura rigorosamente D&G bianca con scarpa Puma bianca, in tinta. Capello semirasta con meches.
Il ragazzo in questione è molto bello, è somalo, ed il capello crespo è naturalmente tale.
Il suo sogno: fare il modello.
Mi è simpatico, del resto tutti mi sono simpatici, anche quando tentano di fregarmi.
Gli unici che potrebbero non essermi simpatici sono “quelli di marmo” che nulla li scuote e che guardano oltre il mio viso.. ma sono rarissimi.
Gli detto un esercizio alla lavagna.
Ricordo, ai miei quattro lettori, che siamo in terza.
L’esercizio consiste in una mini espressione con somma algebrica di numeri frazionari.
La prima parentesi ha scritto dentro: due terzi più cinque quarti e per lui il tutto fa sette settimi. Cerco di spiegargli che forse si è confuso e lui ritenta, e tenta che ritenta è evidente che è fermo ancora alle prime nozioni di seconda media, che ha superato la classe per voto di consiglio, che durante l’estate non ha fatto un fico secco ma… è tantooooo bravo in atletica e allora chi è bravo in atletica deve avere testa no??! Altrimenti come farebbe a mettere una gamba davanti all’altra per correre, ricordandosi di partire allo sparo. Poi a basket è un dio!
Lui continua imperterrito a sorridere, le ragazzine lo guardano con amore e se lo mangiano con gli occhi e lui è contento.. gli basta così, gli basta essere guardato e da grande farà il modello.
Sto perdendo la pazienza, gli grido dietro di tutto, che sta buttando via la sua vita, che uno non può essere così ignorante, che almeno qualche beneficio cerchi di trarlo da questa scuola, visto che è costretto a frequentarla.
Lui mi guarda e mi sorride.
Credo mi voglia anche bene, credo che capisca che sto facendo di tutto per aiutarlo ma a lui, del mio aiuto, non gliene frega un tondo niente.
Lui da grande farà il modello.

La disperazione e la rabbia mi stanno sommergendo.

Lo mando a posto e chiamo una brava: anche io ho bisogno di consolarmi.

E’ bella, alta, mora, con le braghe un po’ basse ma non troppo, con la maglietta un po’ corta ma non troppo. Emana pulizia serenità e luce; non sorride spesso ma quando lo fa il suo volto si illumina e pare si sia acceso un riflettore.
Vive in un paesino, a casa sua si usa la stufa a legna ed il fornello elettrico perché lì il gas non arriva. Ogni mattina si alza prestissimo per scendere a valle ed è sempre puntuale.
Una così parrebbe essere troppo fuori dallo standard per avere amici ed invece è ricercatissima.
Dall’ultimo banco avanza leggera verso la lavagna, svolge un esercizio complicato in un attimo, dimentica un segno che le correggo e ringrazia, poi ritorna a posto senza inciampare in nessuna delle cartelle sparse per terra.

Ho avuto la mia gratificazione.



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