sabato, marzo 15, 2008

Il blog.. continua

Poiché tutto taceva e il blog continuava restava in rete, ho cambiato tattica.
Durante l'ora di informatica, in cui si lavora a piccoli gruppi, ho avvicinato la ragazza proprietaria del blog:
- ma tu non guardi mai il tuo blog?-
- perché? -
- perché ti ho scritto e tu non mi hai risposto -
- impossibile, al mio blog si accede solo con messenger e solo i miei amici!-
- sei sicura.
- certo, le si confonde con quelli della E, quelli che sono stati sospesi -
- ma non sei tu lucia94? E come mai io so che è tuo, che ci sono le foto delle tue amiche ed i vostri commenti?-
La bimba impallidisce.
La faccio sedere accanto a me, apro un browser, vado sul solito Google e per la ricerca digito tre parole: blog e i cognomi di due insegnanti… e.. ta_tan….. come prima voce nella ricerca compare il_ di_lei_blog… allora comincia a piangere a singhiozzare, corre in bagno perché ha conati di vomito.
A me dispiace che stia male ma devo confessare che gongolo.
Non sarà punita in alcun modo ma dovrà spiaccicare il muso sulla sua stupidità.

Quando torna le spiego che ha fatto un blog pubblico, anziché privato e che lo deve cancellare immediatamente se non vuole conseguenze, perché di fatto lei e le sue amike hanno insultato pubblicamente delle persone.
- ma non so come fare non ho messenger e non ho la password-
- arrangiati! Vai in bagno e …io non so niente…telefona a tua madre, che lo cancelli lei, ma deve sparire.
Allora va e poi torna sempre in lacrime, sempre stravolta mente la sua amica di avventura che è li, la guarda con il suo sguardo beota da "seppa lessa" e nemmeno interviene per aiutarla, fa finta di niente.
E' un'altra che la consola e aiuta, un'altra che non c'entra, o pensa di non c'entrarci, ma che ha presente il concetto di solidarietà ed interviene a suo favore chiedendomi di scusarla.
- Le scuse non c'entrano qui, qui si tratta di capire cosa si può e cosa non si può e, dimenticavo di dirti, che c'è anche una tua foto lì pubblicata, lo sai? -
Mi guarda e ammutolisce, a questo punto pure lei è in qualche modo coinvolta.
Loro non sanno che la mia è una recita perché imparino a stare sulla rete intelligentemente e mi temono.. ma ora va bene così.
Lucia, la owner, mi dice che la madre non sa come muoversi. Trasgredendo tutte le regole dell'Istituto accetto di parlare con la madre al cellulare, le rispiego il fatto e la genitrice, quella che "mia figlia è una ragazza tanto a modo", dice che non sa come scusarsi, che verrà a prenderla a scuola immediatamente per cancellare tutto.
Si scusa e si riscusa.
La ragazza esce da scuola per malessere (vero a questo punto) ed io continuo la lezione.

Finisco alle due.
La genitrice mi aspetta fuori da scuola assieme alle tre incriminate. La protagonista pare più serena e mi dice subito che tutto è stato cancellato e che il blog è stato reso privato. La madre si scusa, ma più blandamente. La " seppa lessa" nega di aver scritto cose pesanti sul blog, la madre definisce la bloggata una ragazzata e tende a considerare la cosa meno grave di due ore prima, tanto ora non c'è più!
E NO!
Non è che così si manda tutto in cavalleria, devono sapere che resta traccia di quello che fanno.
Comunico alla madre che la pagina è ancora reperibile in rete perché presente nella copia cache di google e che comunque, onde evitare che quanto accaduto venga successivamente negato, io mi sono fatta una copia della pagina.
La madre ridiventa seria, la ragazza ammutolisce, la "seppa lessa" non capisce cosa stia di nuovo accadendo, la terza sorride persa nei suoi sogni.
La madre si preoccupa, chiede quali provvedimenti intendiamo prendere.
- Nessuno , signora, le ragazze non hanno trasgredito a delle norme relative all'istituto e non hanno, come l'altra classe, pubblicato foto fatte in aula ed in bagno con il cellulare. Facciamo un accordo sulla parola, la preghiamo di parlare con le mamme delle altre due affinché sorveglino l'operato delle figlie, nessun docente intende denunciarle per pubblici insulti, ma vorremmo che le ragazze fossero più attente nel pubblicare materiali e foto, vorremmo che voi insegnaste loro a non farsi male da sole.-
Ci salutiamo con un patto una stretta di mano ed un sorriso.
Speriamo abbiano capito.


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