Il fascino della riga di comando
All’inizio erano proprio restii, che è dir poco..anzi pensavano che l’ipotesi di lavoro fosse una mia fissazione e ne abbiamo discusso a lungo prima di iniziare.
La proposta era che quest’anno, dopo aver lavorato lo scorso anno con i servizi di Google, aver imparato gli elementi minimi dell’html e di aver costruito e partecipato attivamente ad un pluriblog, dopo aver imparato ad utilizzare la LIM era giunto il tempo di muoversi in un ambiente di programmazione.
E così ho proposto il Logo, non il Windows logo, ma l’UCBLOGO; quello che gestisce le riposte grafiche con finestra nera e le istruzioni da riga di comando.
Il Logo è un potentissimo linguaggio di programmazione con una grafica nativa che viene utilizzata per una accesso amichevole alla programmazione modulare.
Noi siamo in una seconda media e non possiamo pensare di cimentarci con studi di spazi pluridimensionali o curvi, per cui ci limitiamo ( momentaneamente) al piano bidimensionale, sebbene stia meditando, visto il successo, di portarli a lavorare anche in tre dimensioni.
Appena ho lanciato in classe la proposta, che solo teoricamente era tale, perché per poterla attuare avevo dovuto presentare per tempo una programmazione integrativa al curricolo di istituto, mi hanno chiesto a cosa servisse.
Ho detto che serviva per costruirsi mondi virtuali, ad esempio, costruire una sedia e con quella una fila di sedie e poi una platea: la reazione è stata pessima:
-Ma è una perdita di tempo non abbiamo già Paint, Psp e Gimp per fare grafica-
- Non è grafica è la parte grafica di una programmazione modulare-
- Non ci interessa…..
Essendo io un essere umano sono ricorsa all’autorità che mi deriva dal ruolo che copro, soprattutto perché volevo vedere cosa sarebbe successo, ovvero se davvero mi sarei trovato di fronte ad un clamoroso fallimento o se le cose sarebbero andate meglio
- Vabbè dovete farla e basta, ormai l’ho messa nella programmazione e almeno tentiamo!-
Ho preparato una dispensa e l’ho distribuita.
L’ora che utilizziamo in laboratorio è la sesta ora della giornata e sono tutti molto stanchi, me compresa
Per questo ho spiegato cosa fosse la modularità in classe, in ore migliori, facendo anche delle simulazioni, ho spiegato i comandi elementari, cosa sono le procedure ed ho ficcato loro in mano la dispensa.
Abbiamo iniziato ed ho rispiegato i concetti base con il videoproiettore …poi li ho persi, anzi loro si sono persi, nell’affascinante mondo di uno schermo nero a righe di comando.
Se sbagli devi tornare indietro ed editare la procedura, ma se riesci la tartaruga disegna quello che tu le hai insegnato ed ogni procedura che hai definito è utilizzabile per altre…e tutti provano…dopo poche lezioni c’è già chi è arrivato a costruire tutti i poligoni introducendo anche le variabili e chi ancora si affanna a costruire il suo quadrato, ma tutti lavorano, da soli e con dispensa alla mano.
Oggi ho, dopo otto lezioni, spiegato le procedure ricorsive e l’introduzione dell’ if e dello stop…dopo venti (VENTI ) minuti più di metà classe aveva definito una procedura ricorsive, verificato che questa andava avanti all’infinito e quindi introdotto i comandi if e stop.
Questi ragazzi sono incredibilmente veloci ed alcuni stanno già utilizzando procedure con variabili, ricorsive e non, per costruire procedure di livello superiore e realizzare il loro progetto…una collana, una faccia che ride, una serie di case a tunnel, ma tutti hanno imparato a programmare modularmente tra urla e applausi: nel caos creativo chi riusciva spiegava all’altro e alla fine, quando la campanella ha suonato oggi, ma anche ieri, non volevano andarsene..alle due di pomerriggio…e due ragazzi, i più bravi mi hanno detto:
-Prof…ma qua bisogna guardare i manuali, non basta cliccare…e però che soddisfazione quando otteniamo quello che vogliamo noi! Ora lo scaricheremo dal sito della scuola perché vogliamo scoprire altre procedure ed inventarcene nostre a casa..e mamma e papà non capiranno un tubo-
E gli altri:
-Prof…ma che facinoso con lo schermo nero, pare di parlare proprio con il computer
-Prof… ma stiamo programmando!
-Prof…ma è bellissimo!
Questi ragazzi per nascita sono nativi digitali, i ragazzi del clicca e vai, gli homozapping, i multitasking , questi ragazzi davanti ad uno schermo nero ed al rigore richiesto per impartire istruzioni da riga di comando, istruzioni che devono essere coerenti logiche e modulari, questi ragazzi restano incantati.
La proposta era che quest’anno, dopo aver lavorato lo scorso anno con i servizi di Google, aver imparato gli elementi minimi dell’html e di aver costruito e partecipato attivamente ad un pluriblog, dopo aver imparato ad utilizzare la LIM era giunto il tempo di muoversi in un ambiente di programmazione.
E così ho proposto il Logo, non il Windows logo, ma l’UCBLOGO; quello che gestisce le riposte grafiche con finestra nera e le istruzioni da riga di comando.
Il Logo è un potentissimo linguaggio di programmazione con una grafica nativa che viene utilizzata per una accesso amichevole alla programmazione modulare.
Noi siamo in una seconda media e non possiamo pensare di cimentarci con studi di spazi pluridimensionali o curvi, per cui ci limitiamo ( momentaneamente) al piano bidimensionale, sebbene stia meditando, visto il successo, di portarli a lavorare anche in tre dimensioni.
Appena ho lanciato in classe la proposta, che solo teoricamente era tale, perché per poterla attuare avevo dovuto presentare per tempo una programmazione integrativa al curricolo di istituto, mi hanno chiesto a cosa servisse.
Ho detto che serviva per costruirsi mondi virtuali, ad esempio, costruire una sedia e con quella una fila di sedie e poi una platea: la reazione è stata pessima:
-Ma è una perdita di tempo non abbiamo già Paint, Psp e Gimp per fare grafica-
- Non è grafica è la parte grafica di una programmazione modulare-
- Non ci interessa…..
Essendo io un essere umano sono ricorsa all’autorità che mi deriva dal ruolo che copro, soprattutto perché volevo vedere cosa sarebbe successo, ovvero se davvero mi sarei trovato di fronte ad un clamoroso fallimento o se le cose sarebbero andate meglio
- Vabbè dovete farla e basta, ormai l’ho messa nella programmazione e almeno tentiamo!-
Ho preparato una dispensa e l’ho distribuita.
L’ora che utilizziamo in laboratorio è la sesta ora della giornata e sono tutti molto stanchi, me compresa
Per questo ho spiegato cosa fosse la modularità in classe, in ore migliori, facendo anche delle simulazioni, ho spiegato i comandi elementari, cosa sono le procedure ed ho ficcato loro in mano la dispensa.
Abbiamo iniziato ed ho rispiegato i concetti base con il videoproiettore …poi li ho persi, anzi loro si sono persi, nell’affascinante mondo di uno schermo nero a righe di comando.
Se sbagli devi tornare indietro ed editare la procedura, ma se riesci la tartaruga disegna quello che tu le hai insegnato ed ogni procedura che hai definito è utilizzabile per altre…e tutti provano…dopo poche lezioni c’è già chi è arrivato a costruire tutti i poligoni introducendo anche le variabili e chi ancora si affanna a costruire il suo quadrato, ma tutti lavorano, da soli e con dispensa alla mano.
Oggi ho, dopo otto lezioni, spiegato le procedure ricorsive e l’introduzione dell’ if e dello stop…dopo venti (VENTI ) minuti più di metà classe aveva definito una procedura ricorsive, verificato che questa andava avanti all’infinito e quindi introdotto i comandi if e stop.
Questi ragazzi sono incredibilmente veloci ed alcuni stanno già utilizzando procedure con variabili, ricorsive e non, per costruire procedure di livello superiore e realizzare il loro progetto…una collana, una faccia che ride, una serie di case a tunnel, ma tutti hanno imparato a programmare modularmente tra urla e applausi: nel caos creativo chi riusciva spiegava all’altro e alla fine, quando la campanella ha suonato oggi, ma anche ieri, non volevano andarsene..alle due di pomerriggio…e due ragazzi, i più bravi mi hanno detto:
-Prof…ma qua bisogna guardare i manuali, non basta cliccare…e però che soddisfazione quando otteniamo quello che vogliamo noi! Ora lo scaricheremo dal sito della scuola perché vogliamo scoprire altre procedure ed inventarcene nostre a casa..e mamma e papà non capiranno un tubo-
E gli altri:
-Prof…ma che facinoso con lo schermo nero, pare di parlare proprio con il computer
-Prof… ma stiamo programmando!
-Prof…ma è bellissimo!
Questi ragazzi per nascita sono nativi digitali, i ragazzi del clicca e vai, gli homozapping, i multitasking , questi ragazzi davanti ad uno schermo nero ed al rigore richiesto per impartire istruzioni da riga di comando, istruzioni che devono essere coerenti logiche e modulari, questi ragazzi restano incantati.

2 Comments:
...e' per questo che hai ancora voglia di continuare...e meno male
Bell'articolo.
p.s. come è stata motivata la scelta di logo?
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