domenica, maggio 02, 2010

Oggi si mettono i voti.

Oggi è il giorno dei voti su è stato quanto prodotto il laboratorio di informatica usando l’UCBLogo6. (vedi post precedente).
I voti saranno concordati, ma pur sempre voti sono.

Tutti si stanno preparando a mostrare a tutti i propri prodotti finiti, costruiti con le procedure del Logo grazie alle quali hanno imparato a destreggiarsi tra figure geometriche, variabili, procedure ricorsive, utilizzando un vero linguaggio di programmazione.
E’ una seconda, una classe effervescente in cui LUI, che ripete, ha sempre cercato di mimetizzarsi e nascondersi. Si arrangia in matematica, boccheggia nelle altre materie, partecipa passivamente alle discussioni ed ai lavori di classe ma, e soprattutto, guarda sempre a terra.

L’ho osservato sul computer e all’inizio credevo si fosse imboscato, fingendo di far cose senza produrre granché. Lo vedevo digitare frettolosamente e poi spostarsi di banco, parlottare e poi tornare alla sua postazione. Credevo mi stesse imbrogliando. L’accordo era che, fino alle ultime lezioni, si sarebbero gestiti da soli, che mi avrebbero chiamato se avessero avuto bisogno e molti ne avevano, quindi ero impegnatissima.
LUI non chiedeva mai niente
Io non resistevo, non riuscivo a girare al largo da lui e di soppiatto guardavo: sul suo monitor le procedure nascevano veloci e presto venivano rimpiazzate da altre e poi via a parlottare con i compagni.
LUI, prima, in quella classe contava poco, ma ora vedevo che lo cercavano.

Ho guardato le sue dita scivolare veloci sulla tastiera, l’ho visto usare tutti i comandi di richiamo utili per lavorare da riga di comando e gli ho chiesto se chattase molto.
-Si !- mi ha risposto, ma sorrideva e mi guardava negli occhi perché intuiva che io apprezzavo le sue abilità.

E poi è venuto il giorno dei voti.

Mi ha fatto veder quanto prodotto muovendosi tra variabili e procedure con la velocità del fulmine, tanto che io non riuscivo a stargli dietro. Si è rallentato per il piacere di farmi vedere il suo lavoro e mentre lavorava sorrideva.
Alla fine mi ha detto:
- Ecco! È tutto qui!-
Ha alzato il viso e mi ha guardata di nuovo in faccia, quasi con complicità, sorridendo. Io non avevo quasi mai, prima di allora, incrociato il suo sguardo e, quando ciò era accaduto, era stata soltanto un’occhiata fugace e timorosa.
Ora mi guardava da pari e si sentiva pari e sapeva che io lo consideravo pari.
Mi stavo commuovendo ..e non si può, bisogna contenere queste emozioni a scuola.
Sono passata a valutare il compagno a fianco, il più bravo della classe, che se ne è uscito con un:
-Nooooo.. dopo di lui non vale..faccio brutta figura!-

LUI, quello che si mimetizzava e che si nascondeva è diventato il leader della giornata e delle giornate a venire, ha rialzato lo sguardo, e mi ha promesso che si sarebbe messo a studiare scienze: - Adesso non posso deluderla!- mi ha sussurrato.

Ecco qua, tutte queste competenze acquisite fuori, in nottate trascorse a chattare, ad installare e disinstallare programmi, a perdersi nel peer-to-peer solo per il piacere di veder cosa accadeva, a tentare di forzare il suo sistema da riga di comando, hanno trovato uno sbocco in quella scuola che lui non ama molto, ma in cui ora ha delle cose da condividere.


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