sabato, marzo 03, 2007

La settimana bianca

Eccomi qua ad affrontare una nuova settimana bianca.

Come ogni anno tutte le prime medie della scuola andranno in montagna, a sciare, 140 ragazzini di 11 anni……… brrr.

La preparazione inizia diverse settimane prima, le raccomandazioni a non chiamare i genitori col cellulare se cadono su una pista, perché i genitori sono a 150 Km di distanza ed invece il maestro di sci sta arrivando se non è già lì e li aiuterà, a fare i bravi a non lasciare le chiavi sulle porte per dentro, perché altrimenti bisogna chiamare il fabbro, a non portarsi quattro borse più gli sci e i bastoncini…pare semplice ma non è proprio così.
All’assegnazione delle stanze spuntano le prime lacrime, di quelli che non sono in camera con l’amico del cuore, i primi problemini, ma i problemi sono far loro capire che
Devono presentarsi alla partenza dei pullman vestiti da sci con UNA valigia ed uno zaino, non di più perché poi non riescono a trascinarsi dietro tutto, il pranzo al sacco del primo giorno deve stare nello zaino ma potrebbe essere che l’autista non accetti zaini a bordo, per cui sarebbe bene che tutti avessero una bustina nello zaino con dentro portafoglio cellulare e amenità varie che desiderano portare con se durante il lungo viaggio che dura ben due ore.
Ricordarsi di fare pipì prima perché mica ci fermeremo per strada no?

Mi viene da ridere…non c’è stato anno in cui non ci si sia dovuti fermare per vomito pipì attacco di diarrea; vedremo come andrà quest’anno.

Poi…..poi.. ricordarsi, per quelli che noleggiano gli scarponi, di mettersi in tasca una borsa nylon robusta con la quale portare gli scarponi dal noleggio all’albergo, perché dovranno trascinarsi dietro anche gli sci e le mani sono due…
E ancora i genitori sono invitati a dichiarare le intolleranze alimentari e altre allergie o problemi dei propri figli, con intelligenza, si spera….
Si spera perché:
Oltre a chi è celiaco, allergico all’acaro, al latte alle arance, allergie o intolleranze conosciute da tutti ci sono anche le intolleranze meno conosciute:
Luisa risulta intollerante ai tortellini alla carne
Sandro alle verdure verdi e croccanti, le altre no
Laura agli spaghetti, gli altri formati vanno bene
Mario agli alcolici …sic.. e poi un genitore, tra i più ottimisti, pensando ad una vacanza al mare in un albergo a 5 stelle con cucina raffinata ci comunica che
Alberto è intollerante ai frutti di mare e agli scampi.

Arriva il fatidico lunedì mattina. Ritrovo alle 7.00 in una piazza cittadina con partenza alle 7.15 per tre dei cinque pullman, tra cui il mio.
Alle 7.10 il nostro mezzo di trasporto non è ancora arrivato, ma quello che partirà alle 7.30 è già lì ed i solerti genitori tentano di caricare i bagagli dei ragazzi su quello che c’è… cominciamo bene.
Urlo, per farmi sentite tra i 100 ragazzini e relativi genitori, che tutti stiano fermi che attendano l’appello e solo poi carichino le valige, altrimenti rischiano di sbagliare corriera.
Il solito papà si infuria perché lo tratto come un bambino e mi invita a calare il tono di voce. Ovviamente il messaggio era diretto ai ragazzi, non ai genitori, ma va così.
I solerti genitori, scaricano i bagagli che avevano erroneamente caricato ed ecco che arriva il nostro pullman.
Inizia la chiamata, le valige vengono caricate, i genitori si raccomandano, qualche mamma ha una furtiva lacrima sul volto, nessun ragazzo ha alcuna furtiva lacrima ma sprizza felicità da ognidove.
Finalmente si parte, sono le 7.25, un po’ in ritardo ma tutto bene, tre insegnati e 47 ragazzi sul numero 2.
Per mezz’ora viaggiamo tranquilli, poi provo a chiedere se , quelli che noleggiano, hanno in tasca i sacchetti ed è tutto un alzar di mani
-Io l’ho messo in valigia-
- Io nello zaino ma è nel portabagagli, sotto a tutti gli altri perché ho caricato per primo.-
- Io me lo sono dimenticato -
- Prof. prof…lui sta male!! -
- Mi viene da vomitare –
- Soffri di mal d’auto?
- Si -
E dove si è seduto l’imbecille?? In ultima fila per giocare con un palmare. Mi verrebbe da dirgli ti sta bene, arrangiati…ma invece gli metto in mano un sacchetto di plastica, casomai dovesse vomitare, lo sposto davanti e la mia collega apre tutte le bocchette dell’aria in modo che si riprenda
- Prf. prof… sto male, devo andare al bagno… -
- Ma non potevi pensarci a casa, ce la fai a tenetela? Devi fare pipì?
- No, no… ho fatto tutto a casa ma ora devo fare altro, ho mal di pancia.-

Ma va??

Ma ti pareva che non ci dovevamo fermare anche questa volta? Siamo all’altezza dell’autogrill e ci fermiamo. Lui va al bagno, il ragazzino che stava male si prende un po’ di fresco e io compero, dall’allibita signorina che sta alla cassa, 40 sacchetti nailon, da mettersi doppi perché sono leggeri.
Si riparte e si inizia a veder la neve. Lo spettacolo zittisce tutti.

Approfittiamo per spiegare di nuovo come procede la trafila del noleggio ed il numero delle loro camere e intanto arriviamo all’albergo, quelli che devono noleggiare scendono per primi.
Gli altri dopo.

In un modo o nell’altro si riesce a terminare la complicata operazione del noleggio ed ora bisogna spiegare come mettere gli sci nel deposito dell’ albergo, sulle opportune rastrelliere sulle quali sono scritti i nomi delle sezioni.

Una stanza con 280 sci e 280 bastoncini che dovrebbero stare tutti ritti e allineati e così stanno, ma per pochi minuti perché poi crollano al primo spostamento d’aria essendo le rastrelliere fatte per sci di 10 anni fa ed ora i nuovi modelli hanno le code più larghe, non entrano e quindi, dopo esser stati appoggiati alla meglio, crollano trascinando nella caduta bastoncini e sci di altri. Un groviglio immane, che però già il giorno dopo assume una fisionomia nuova, perché i ragazzi si adattano e si arrangiano e hanno imparato comunque come sistemare per evitare crolli.
Nemmeno l’immaginazione più fervida riuscirebbe ad immaginare cosa può combinare un ragazzino con gli sci: uno ha legato tutto con un filo di ferro portato da casa a cui ha agganciato un lucchetto che nessuno riesce ad aprire e lui si è dimenticato la combinazione, un altro ha perso uno sci per strada ed è tornato in albergo con uno solo, una, non avendo i fatidici sacchetti, si è tolta le scarpe da ginnastica e se le è messe in tasca, ha infilato gli scarponi ed è salita all’albergo trascianndosi gli sci e in lacrime..
- Ma come, perché in lacrime?? se hai saputo arrangiarti anche se hai dimenticato i sacchetti ! Brava! –
…ma le lacrime scendevano ancora copiose e allora , guardandole i piedi ho capito il motivo: gli scarponi erano infilati all’incontrario e lei temeva che sciare richiedesse quello spaventoso dolore ai piedi.

Insomma…. Ce la facciamo, li sistemiamo nelle camere e al pomeriggio li mandiamo a sciare, la sera ci ritroviamo per cena in sala da pranzo, che viene subito ribatezzata mensa.
Oh cielo..ma non ci siamo solo noi , c’è anche un liceo rumeno...la confusione è alle stelle! 200 persone che parlano e di queste 185 sono ragazzi….
Provare per credere…
E’ così che nasce il problema dell’incomunicabilità, non è un problema psicologico o lessicale.
È un problema di decibel.
Come ogni anno rinuncio alla comunicazione verbale con i miei colleghi e passo al linguaggio dei segni.

Ogni tanto passiamo tra le tavolate a far le facce truci per zittirli un po’.
Ma come fai?
Sono felici, con le guance tutte rosse, gli occhi che brillano , si chiamano, si cercano, e quando infilano il tuo sguardo truce si spengono…ma che me ne frega… come posso spegnerli… e allora sorrido e scherzo con loro.. e se no va bene pazienza…
Se qualche grande capo si arrabbia che faccia.

Anche i più birboni sono tranquilli, mi cercano, mi chiedono informazioni, le ragazzine chiedono se una sera si andrà in discoteca e i più tonti sono perfettamente inseriti nel gruppo.
E’ un’esperienza unica, impari a conoscerli e quando la sera passi per le camere a dare la buonanotte ti raccontano e ti dicono di come hanno sciato, di quanti amici hanno, che la mamma telefona ma ormai non hanno più nostalgia.

Anche quando arriva, puntuale come ogni anno l’influenza e la febbre sale i pianti sono perché vogliono restare e non andare a casa
- Domani starò meglio, vedrà. Mi lasci restare. La preeego. Sarò bravo. Vedrà che starò bene domani, dopodomani al massimo, non mi mandi a casa.-
Ogni tanto la febbre sale molto, quest’anno abbiamo raggiunto quasi i 41 e a notte fonda è venuta la guardia medica. Nei fumi della febbre piangeva chiedendo di restare…
E’ rimasto :-)

Non uno, tutti non vogliono lasciare i compagni, preferiscono rimanere lì anche stando tre giorni a letto, senza televisione a guardare il soffitto, piuttosto che andarsene via, perché poi arrivano i compagni e poi domani guarirò in tempo per sciare ancora una o due volte.

I giorni scorrono, sei appena arrivato ed è già l’ultima sera, la cena con i maestri di sci, le premiazioni, la tanto agognata discoteca e poi al mattino l’ultima sciata, il pranzo in mensa, i pullman e alle 6 di sera di nuovo in città, col mare che rispecchia il sole al tramonto in una giornata di primavera.

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venerdì, marzo 02, 2007

I cellulari

Ma che si fa con i cellulari?
In teoria gli alunni non dovrebbero portali a scuola, come non dovrebbero portare a scuola nessun oggetto di valore, ad esempio i lettori Mp3 e ancor meno gli Ipod che costano un sacco di soldi…ma che fai se i santoli di un ragazzo, terzo di sette figli, gli regalano per la cresima il mitico Ipod e anche nano??
Lui lo vuole sfoggiare a scuola e tu fai finta di non vedere che a ricreazione lo tira fuori e a seguire come lui anche gli altri.. vabbè è ricreazione.
Ma poi viene fuori che… la prof. di "non so che cosa" lo lascia usare in classe e tu? Che fai.?
- No, non si può. Le regole sono regole…-
- Ma pure l’altra prof ci lascia -
- Ma, non so che dirti…la circolare lo vieterebbe.-
Pare la discussione sia finita li.
Poi però tornano alla carica, generalmente quelli di terza
- Ma prof. stiamo facendo esercizi di matematica al posto e se ci isoliamo con la musica riusciamo meglio-
- Ma dai.. -
- Ma si -
- Va bene.. proviamo. Vediamo quanto state, se stanno meno quelli con l’Mp3 o quelli senza.- Aiuto, ma perché ho parlato? Non ci sono i senza!!
- Eh no.. così non vale. Proviamo un problema con l’Mp3 e uno senza e vediamo i risultati. Vediamo quanti finiscono e in che tempi.-
E’ una gara per dimostrare quanto io sia troglodita… con l’Mp3 nelle orecchie volano.. finiscono in un attimo e quelli che hanno finito per aumentare il numero dei finalisti aiutano gli altri.
- Ehilà… mica sono scema… aiutare vuol dire che chi finisce sa anche fare l’esercizio, non che l’ha copiato e poi, uno a caso, verrà alla lavagna -
- Ma certooo...vedrà...-
Ed in effetti funziona, lavorano più veloci e collaborano con l’auricolare in un orecchia e con l’altra libera ascoltano e spiegano gli uni agli altri e sottovoce perché altrimenti la prof. toglie l’Mp3.
Che abbia scoperto l’uovo di Colombo ??
Macché! Il sistema funziona per un poco poi diventa routine e ritorna la confusione, quindi devo dosarlo.
Ma ……..e i cellulari?.
Eh! Qui è un'altra cosa.
Come ormai tutti sanno i cellulari sono una propaggine della famiglia che si insinua nella vita del ragazzo e se il ragazzo nel contempo usa quella propaggine per chattare con un compagno, fare foto non tanto opportune, usarlo in classe durante le lezioni poco importa, bisogna che abbiano il cellulare.
Chi si permette di toccarlo compie una atto di appropriazione indebita.
A dire il vero sono stata sempre convinta che i cellulari a scuola si potessero portare, ma che in classe dovessero stare spenti e, se qualche ragazzo aveva dei particolari problemi, me lo diceva e poteva tenersi il cellulare acceso ma in modalità silenziosa.
Un giorno mi hanno chiesto
- Ma che differenza fa per lei se è spento o in modalità silenziosa, tanto non se ne accorge.-
- Tu prova a tenerlo acceso senza il permesso e se io ti becco te lo requisisco, poi vengono i tuoi a prenderlo-
Ma prof… come fa ad accorgersi?
E secondo te come faccio ad accorgermi che stai guardando sui bigliettini durante il compito in classe?
Perché è brava !
No !! Perché l’ho fatto anche io e so come si fa, i bigliettini intendo. Avevo bigliettini di tutti i tipi, attaccati alla gonna, dei rotolini che tenevo nell’astuccio, sulle maniche e i professori non mi beccavano, ma non è stata mai una cosa utile: poi mi interrogavano e dovevo studiare tutto lo stesso, ma siccome ero scema credevo di essere furba. Quindi so dove si guarda quando si fa altro che l’esercizio.
Però il cell. è un’altra cosa, lo uso per fare i conti…
ALT.. e no!! Siamo d’accordo che potete usare la macchinetta per fare le radici quadrate e calcoli lunghi, ma non siamo d’accordo sul cellulare.. è chiaro
Va beeene…-
E’ un va bene un po’ tirato ma così è.
Ogni tanto squilla qualche cellulare dimenticato acceso e loro si precipitano a spegnarlo. Ogni tanto mi sussurrano nell’orecchio….
- Prof. posso andare in bagno? Mi sono dimenticato di dire a mia mamma che vado a casa di una mia compagna per pranzo -
Proviamo a pensare alla stessa frase detta ad un insegnate comprensivo una decina di anni fa.
Probabilmente l’insegnate avrebbe pensato che quella ragazza ha la febbre alta e delira e si sarebbe precipitato a chiamare un bidello per assisterla, ma il mondo cambia e oggi una frase del genere è normale, condita da un filo di complicità tra alunno ed insegnate.
Fatto sta che in classe non possono usare i cellulari e se li usano e tu li requisisci??
A me non era mai capitato di prendere un cellulare impropriamente usato e non tornarlo in giornata, perché poi, parlando, avevamo sempre raggiunto un accordo sulla restituzione, accordo che in seguito aveva dato buoni risultati .
Alcune colleghe mi avevano detto di non sognarmi di trattenere l’oggetto per una intera giornata perché andavo incontro a guai.
Mi pareva una cosa assurda.
Se c’è una circolare che vieta l’uso dei cellulari in classe e questi li usano, io li ritiro.
Ed eccomi alla prova.
Si va ad un concerto con la mia prima, la sala è piena di persone, tantissimi ragazzi ma anche molti adulti. L’orchestra filarmonica regionale propone una serie di brani con spiegazione storica ed illustrazione del suono degli strumenti che vengono usati.
Tutti ascoltano
Ed ecco LUI: non seduto, ma stavaccato nella poltrona, il cavallo delle braghe già basso di suo con lo stravaccamento arriva fino alle ginocchia. Schiamazza, fa il bullo, vuole farsi notare e si esibisce in una serie di performance che vanno dal rutto alla risata isterica, il tutto con il cellulare acceso in mano con il quale ascolta altra musica; il luminoso e lampeggiante display segala partenze ed arrivi di sms a go go, forse anche chatta.
Lo richiamo e gli dico di stare composto e di spegnere il telefonino.
Si spengono le luci e nel semibuio della sala lampeggia insistente il display del suo cellulare con cui continua a riceve ed inviare messaggi.
Mi avvicino e porto via l’oggetto lampeggiante.
Finisce il concerto e torniamo a scuola.
Lo chiamo e gli chiedo perché mai si fosse comportato in modo così poco educato, lui mi guarda e dice che era "solo un momento" .
Mi faccio dare il libretto sul quale scrivo del comportamento del ragazzo e dell’uso improprio del cellulare, l’oggetto gli viene momentaneamente trattenuto e verrà restituito al ragazzo non appena un genitore firmerà la nota in questione. Nemmeno penso di chiedere che il genitore venga a riprenderselo, per evitare spostamenti al povero padre o madre
Faccio anche vedere al ragazzo dove metto l’oggetto spento e chiudo chiave l’armadio.
Alle tre di pomeriggio ricevo una agitata telefonata dalla applicata di segreteria che non sa cosa fare perché si è presentato un padre alquanto alterato che pretendeva gli venisse reso immediatamente il cellulare del figlio e che minaccia denunce essendo lui uomo del foro, un magistrato per l’esattezza, e non intende accettare simili soprusi.
Il padre ha lasciato a scuola il numero del suo cellulare pretendendo una immediata spiegazione, l’applicata me lo detta.
Intanto il mio pranzo si è gelato.
Telefono al signore il quale è irritantissimo, poi si calma un po’ ma mi dice che non devo assolutamente toccare le cose del figlio, che se voglio posso metterlo in ginocchio sui fagioli, ma non devo, ripete, assolutamente toccare le cose di suo figlio. In ginocchio sui fagioli si, ma non toccate il cellulare. Vorrei proprio vedere cosa accadrebbe se mi sognassi di mettere un ragazzo, non sui fagioli, ma solo in ginocchio, sicuramente mi arriverebbe una denuncia. La conversazione dura a lungo, ovviamente a mie spese, … dopo un po’ il signore conviene con me che il figlio ha avuto un comportamento inadeguato ma che sarà lui a togliergli il telefonino per una settimana non io.
Gli propongo di mandare a scuola il figlio senza cellulare, visto che a scuola ci sono i telefoni a gettoni, ma non ne vuol sapere, afferma che è un suo diritto che suo figlio vada a scuola con il cellulare.
- Ma se lo accende io glielo ritolgo.-
- No, deve avvisare me e sarò io a farlo.-
Mi pare una cosa assurda, se ogni volta che trovo cellulari accesi dovessi fare queste trafile dovrei passare le mie giornate ad avvisare genitori. Ormai la mia pastasciutta è un monoblocco ma qualche cosa vorrei mangiare entro le quattro, quindi tento con successo di chiudere gentilmente la telefonata, parrebbe con reciproca comprensione del problema.
ERRORE!!
L’indomani il ragazzo mi porta la nota firmata con commento: il genitore scrive che il figlio a scuola si annoia perché non facciamo molto, siamo indietro con i programmi, perdiamo tempo ad andare a teatro e lui capisce il figlio, che annoiandosi cerca diversivi.
Leggo solo parte del commento, la parte sul fatto che si annoia, alla classe con l’intento di dire che se uno non ascolta ovviamente si annoia perché perde il filo del discorso e quando si rimette ad ascoltare non capisce più niente.
Il ragazzo insorge,
- Lei non può leggere il mio libretto alla classe perché è personale ! -
Come??? Ma ti vuoi dare una regolata? Cambiamo posto, tu vieni qua io vado a sedermi sul tuo banco?? Ma hai capito che io sono l’insegnate e tu l’alunno? E poi ti inventi cose che non esistono… Vedi di diventare un essere ragionevole…??-
Capisce di avere esagerato e siccome è un ragazzo intelligente si ritira, chiede scusa e rincominciamo la lezione. MA cosa farò io al prossimo cellulare acceso non so.
Provo a parlare col Dirigente Scolastico, gli spiego il problema e gli faccio vedere le righe scritte dal padre ma il mio capo è molto preoccupato da eventuali diatribe con i genitori e mi prega di lasciar perdere.
E che farò al prossimo cellulare lampeggiante??
Come al solito l’italica arte dell’arrangiarsi mi verrà in soccorso.


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