venerdì, giugno 27, 2008

Lezione di fisica

La scuola è finita, gli esami sono quasi finiti ed ora ho un po' di tempo per affidare ai bit le mie emozioni.
Ordunque ecco qua la prima mia disavventura.

Ai primi di maggio mi sono cimentata in dotte spiegazioni sull'elettricità .
Poiché i materiali messi a disposizione dalle strutture scolastiche sono il gesso, la lavagna, lo straccio, una quarantina di pc che si trovano quattro piani più in basso e irraggiungibili avendo io 28 alunni ed essendo 20 la capienza massima consentita per le aule informatiche, allora, dicevo, poiché molti mezzi per illustrare le mie lezioni erano alquanto limitati ho utilizzato la famosa bacchetta di ebanite.

Ovviamente noi non abbiamo ebanite, ma delle ottime penne bic con le quali procedere all'esperimento sulle cariche elettrostatiche che si realizza tramite strofinio di detta penna su un opportuno panno, generalmente la propria manica o ancor meglio del compagno di banco che si infastidisce immediatamente ed inizia la confusione.
I ragazzi si divertono a veder i pezzettini di carta magicamente attratti dalla bic e così ne approfitto per spiegare il perché.
MA il pavimento è disseminato dai pezzettini di carta utilizzati e poi misteriosamente volati verso il basso. Intimo loro di raccoglierli, ma con modesti risultati.

Ho due alternative,
o fermare la lezione per procedere alla raccolta e far scemare l'entusiasmo e la curiosità che alcuni dimostrano
o rimandare a poi la raccolta, sempre tenendo d'occhio l'orologio, per evitare che la campana suoni prima del mio tempo e tutti sciamino via.

Avrei avuto un'altra possibilità: programmare l'intervento con precisione, calcolando quanti minuti dedicare alla spiegazione, quanti allo strofinio, leggasi esperienza, quanti alle esclamazioni di stupore, quanti ad una riflessione sull'evento e quanti alle conclusioni, ma di solito queste mie programmazioni, che diligentemente faccio, finiscono travolte dalla classe che, se dimostra il seppur minimo entusiasmo riceve tutto lo spazio che riesco a dedicarle, e finisco col raccogliere io i pezzettini di carta , assieme a qualche volonteroso che rinuncia ad alcuni attimi dell'intervallo, soprattutto per evitare urli della bidella.. "quest fio xe tuti maleducati, nesun ghe insegna niente e noi dovemo subir…"
Effettivamente un po' di ragione ce l'ha, ma se tali immani schifezze avvengono mediamente una volta all'anno potrebbe anche collaborare un po'.
Sta di fatto che io non riesco a paralizzare la classe per la raccolta dei pezzettini perché mi interessa di più che capiscano il motivo per cui essi si attaccano alla penna.
Durante questa mia accorata spiegazione stupisce il fatto che una alunna, piuttosto refrattaria alle lezioni relative al mondo della fisica e molto interessata alla e lezioni di anatomia umana (intesa nel senso.. "son bella guardami"..) stia prendendo appunti.
Sono piacevolmente sorpresa da questa attenzione.
La campana suona, la lezione è terminata, raccogliamo raccogliamo che se no la bidella…non indago…

La settimana dopo lezione di ripasso sulle cariche elettrostatiche.
L'alunna scrive ancora, e passa il suo scritto ad un compagno….
Lo prendo al volo, lo ritiro e lo guardo…o cielo.. vedo gli appunti della mia illuminata alunna.
La guardo e non dico nulla.
Lei mi guarda e si scusa dicendomi con un sorriso… - era per passare il tempo -


 



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