domenica, settembre 20, 2009

La giostra ricomincia a girare.

Prima settimana di scuola, quest’anno avrò una prima ed una seconda.
Un buon numero dei ragazzi della terza dell’anno scorso sono su facebook e mi raccontano delle loro prime esperienze alle superiori.
Paiono tutti contenti, ma chi mi strabilia è sempre e ancora LEI che, dopo avermi comunicato di aver deciso di continuare le scuole e poi di trovarsi bene, ora mi scrive in bacheca:

PROFESSORESSA HO PRESO 8 E MEZZO IN FISICA!!!!!!!
FISICA!!!!!MATEMATICA!!!!!!!CALCOLI!!!!NUMERI!!!!! AAAAAAAARG MI SPAVENTO SOLA A VOLTE O___O

Che felicità sapere di averla aiutata ed uscire dal suo pantano e di vederla ora radiosa.


A scuola tutto come sempre o quasi, il caldo umido e appiccicoso di ogni settembre, i colleghi sempre più depressi e i ragazzi…quelli di seconda, sempre splendenti: mi hanno accolta con il solito gioco rituale dell’alzarsi in piedi senza fare rumore, senza far stridere le sedie sul pavimento e poi con un:
- buongiorno professssooooressssaaaaa !!-
urlato a tutti polmoni, seguito dall’immancabile risata collettiva e di nuovo il sedersi facendo il meno rumore possibile.

Ne manca uno, che ha cambiato città, in compenso hanno aggiunti due ripetenti: uno mi pare un po’ perso, l’altro sveglio ma completamente disinteressato alla scuola.
I ragazzi hanno subito iniziato a parlare del loro blog, a chiedere se farò ancora con loro informatica e a discutere su tutto… e già perché questa classe ha l’abilità di riuscire a discutere su tutto e con convinzione, se il quaderno a quadretti debba avere il quadretto di 0,4 o 0,3 millimetri o se invece le righe siano migliori oppure sia migliore il formato di computisteria che sta più roba…se non li blocco vanno avanti tutta l’ora.

I due nuovi hanno a casa la connessione a Internet, ma uno non sa quasi cosa sia, l’altro mi guarda di sottecchi, come un gatto che aspetta la preda, aspetta di cogliermi in fallo.
Gli chiedo se vuole registrasi anche lui e partecipare al blog
- forse - mi risponde.
- Va bene, allora dovrai darmi il tuo indirizzo di email e registrati su Google, poi ti manderò l’invito.
Ma cosa c’entra Google, mi chiede sospettoso, e allora gli spiego che usiamo un blog di Google e che anche l’account di Google, oltre a quello della scuola, e gli racconto come funziona.
Lui mi guarda e lo sguardo è cambiato: è stupito di non riuscire a farmi lo sgambetto. Fa alcune domande più o meno centrate e gli rispondo spiegandogli gli errori che, secondo me, sta facendo.
Il suo sguardo è ora ancora più stupito e mi guarda dritto in faccia..forse ha capito che comprendo e parlo la sua lingua.
-D’accordo - mi concede- le darò i miei dati.
In questa classe quest’anno tenterò due avventure: una con la lavagna interattiva multimediale, che la scuola ci ha messo a disposizione ma che ancora non so come funzioni, e l’altra , quella i cui risultati mi incuriosiscono maggiormente, è che insegnerò loro a programmare con il Logo, ma da riga di comando. Ho già provato, tre anni fa, a lavorare in classe da riga di comando a schermo nero: li affascina, perché li fa sentire a colloquio con la macchina senza tante interfaccia interprete in mezzo.
Vedremo cosa accadrà.
HE poi c’è la prima, li ho visti una sola volta, sono in tanti, in 26, belli, educati, ubbidienti, per ora…poi si scateneranno.
Mi sono presentata dicendo chi sono, cosa faccio, che ho due figli, che conosco bene le nuove tecnologie e che sono presente su Facebook.
Mi sono già arrivate da loro tre richieste di amicizia.


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venerdì, settembre 04, 2009

Lettera ad una professoressa

cercando di mettermi al loro posto


Cara professoressa,
da tre anni stai cercando di insegnarmi matematica, ma io capisco poco, mi pare che tutto quanto dici sia una tua invenzione o di tuoi amici che, come te, hanno insegnato matematica.
Molte volte mi rimproveri perché non sto attento e sogno, seguo i mie pensieri e mi richiami dicendomi “torna con noi”.
Tu sei una brava professoressa, sento che non ce l’hai con me, che a modo tuo ti interessi a me e che mi vuoi, a modo tuo, bene.
Ma tu cosa sai di me?
Potresti rispondermi che nemmeno io so di te, ed è vero, ma la tua osservazione non avrebbe senso, sei tu che fai la docente, non io.

Tu, come tutti i tuoi colleghi, parli in un modo lungo, che non finisce mai e intanto che aspetto la conclusione mi sono di nuovo perso, non mi fai fare quasi mai niente se non espressioni e problemi, ma non mi fai capire perché si fa così, mi dici che si fa così e mi sciorini una lunga dimostrazione che non riesco a seguire.
E’ questo parlare lungo che mi azzera.

Io vivo in un altro modo, noi viviamo in un altro modo, è giusto? è sbagliato?…ma chisseneferega, sta di fatto che è così e indietro non si torna.
Noi siamo per voi i ragazzi frettolosi, quelli che accorciano le parole, quelli che devastano la lingua italiana, quelli che cazzeggiano sulla rete, quelli che sarebbero eternamente soli, a rischi di disagio, devianti, marziani.
E se foste voi i marziani?

La mia gente si sta evolvendo, si è trovata a vivere in un mondo creato dalla tua gente e in questo mondo nuovo, quasi vergine è scattato il meccanismo dell’adattamento e dell’evoluzione.
Noi siamo quelli che sono sempre tra loro in contatto, siamo quelli che avanzano nella foresta dei nuovi media e tra i nodi della rete comunicando agli interessati le scoperte.
Forse tu, prof. penserai che le nostre scoperte sono cretine, perché abbiamo scoperto che in una città vicina c’è un D.J fighissimo e ci organizziamo per andare in quella discoteca e perché ci mandiamo cuoricini e faccine ridenti senza un ben preciso motivo, perché ci facciamo gli squillini, perché non decidiamo mai cosa fare tre giorni prima, ma in corsa mentre uno è sull’autobus, l’altro a casa e il terzo dai nonni.
Forse le cose che facciamo sono stupidaggini, ma forse stupidaggini simili le facevi anche tu, prof, alla nostra età, ma in altro modo. Quello che tu non possedevi era la possibilità di avere tutto virtualmente sotto mano, mappe, cinema, poesie , amici.

Non sottovalutarci e non pensare che saremo degli incapaci deprivati affettivamente, con relazioni frammentarie e virtuali e, sebbene tu pensi che noi si faccia solo cretinate, tu sottovaluti il mezzo con cui le facciamo.


Noi possediamo la capacità di accedere ad un insieme quasi infinito di relazioni e conoscenze: quando saremo adulti questa capacità farà parte di noi, sarà la nostra evoluzione con la quale ci muoveremo nella vita di tutti i giorni ma anche sui grandi temi.
Non sottovalutare prof. la conoscenza degli strumenti, non dire sempre che noi.. che voi… che allora e che ora.

Sforzati prof. di capirci, di capire quello che inconsciamente stiamo facendo, cerca di valutare positivamente questa evoluzione della specie, soprattutto riconoscila, impara anche tu la nostra lingua ed accompagnaci.

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